Come saranno le nostre case nei prossimi anni? Come saranno ripensati gli spazi residenziali per rispondere alle nuove esigenze delle persone? Sono queste le domande che il settore residential si sta ponendo dopo che l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha aumentato il tempo trascorso all’interno delle mura domestiche, cambiando profondamente il nostro modo di fruire gli spazi di casa.
Una nuova concezione di spazio detta le regole del mercato immobiliare
Secondo quanto emerge dai dati del Rapporto "La nostra casa e la domanda del futuro", realizzato da Scenari Immobiliari, in Italia oltre il 50% delle famiglie dichiara di voler cambiare casa nel 2021, puntando all’acquisto di una soluzione abitativa diversa da quella attuale. Un desiderio nato proprio in seguito al lockdown e che ha rivoluzionato il settore immobiliare, intento, ora, a interrogarsi sul futuro del residenziale, da cui emergono alcuni chiari segnali: meno richiesti i monolocali, gli italiani preferiscono spazi ampi, terrazzi, giardini.
Se l’acquisto della prima casa era il principale motivo per la compravendita, adesso molte persone sono alla ricerca di immobili che assecondino abitudini e bisogni, mutati nel corso degli ultimi due anni. Infatti, l’era post-Covid, ha fatto emergere la necessità di avere proprietà più grandi e con spazi esterni privati, al punto che sempre più italiani sono disposti a trasferirsi in zone periferiche per acquistare una casa capace di soddisfare appieno le nuove richieste. Certo, è difficile immaginare che le famiglie modifichino il proprio stile di vita nel breve periodo, ma, come sottolinea Scenari Immobiliari, qualcosa nella percezione e nelle esigenze è cambiato e, se le tendenze verso il green, la sostenibilità e lo smart living erano già avviate, adesso proseguono più forti che mai.
La casa post-pandemica: spazio, tecnologia e sostenibilità
Comfort, spazio, luminosità, qualità edilizia, sicurezza, tecnologia, purificazione dell’aria: sono questi i nuovi trend che guideranno il settore residenziale. La casa dovrà essere ripensata e progettata secondo la massima piacevolezza del vivere e tenendo in considerazione non solo il rapporto con lo spazio privato, ma anche quello con il lavoro e l’ambiente.
La casa post-pandemica è, infatti, uno spazio, in cui mangiare, riposare, ma anche stare bene, divertirsi e lavorare. Per questo vengono prediletti ambienti versatili e multifunzionali, essenziali in un momento in cui la casa diventa polo importante del quotidiano, con attenzione verso zone dedicate al lavoro da remoto, ottenibili anche riconfigurando gli ambienti a seconda dell’ora della giornata.
Focus della vita domestica è ormai l’aspetto green, in un’ottica di continuità tra dentro e fuori: gli interni delle case si trasformeranno sempre più in spazi esterni, grazie alla presenza di piante, e le terrazze e i tetti daranno vita a delle vere e proprie zone living con elementi decorativi e un arredamento di design. Non solo la natura diventa centrale, ma anche la tecnologia si mette al servizio di un nuovo modo di vivere casa, più sostenibile e sicuro. Un esempio pratico? L’integrazione di sistemi di ventilazione meccanica che garantiscono un flusso d’aria costante, 24 ore su 24, con livelli molto bassi di CO2 e capaci di eliminare le particelle nocive presenti nell’aria, nonché i virus trasmessi attraverso le goccioline di acqua.
Neuroarchitettura e l’importanza di vivere bene
La pandemia e le restrizioni hanno comportato cambiamenti molto profondi, che hanno modificato non solo la nostra percezione del corpo, della comunità, delle responsabilità individuali, ma anche del nostro modo di abitare. Questo periodo ha generato un pessimismo diffuso, dal quale però riscoprire nuovi valori, come l’importanza di un buon vicinato, di avere uno spazio lavorativo consono alle proprie attività, un angolo relax ben illuminato o luoghi abitativi che rispondano perfettamente a ognuna delle nostre esigenze. Perché? Perché sentirsi a proprio agio a casa è essenziale, oggi più che mai. Ecco perché il mercato immobiliare residenziale sta cambiando: perché le persone stesse sono cambiate e, in questo contesto, l’architettura e il design giocano un ruolo fondamentale per progettare gli spazi in modo emozionale: è l’era della neuroarchitettura.