Ha aperto al pubblico la Scatola Archeologica della Domus Aventino: il primo museo situato in un complesso residenziale, nonché uno scavo archeologico di straordinaria bellezza. Un percorso tra storia, architettura e tecnologia che ha inizio a Roma in piazza Albania, in cui i reperti vengono presentati al pubblico così come sono stati ritrovati.

Tutto ha inizio nel 2014, quando BNP Paribas Real Estat avvia gli scavi avviati per il consolidamento antisismico di tre edifici in cui aveva sede la Banca Nazionale del Lavoro. Strato dopo strato emergono importantissimi ritrovamenti e, quello che doveva essere un progetto di sviluppo residenziale, si trasforma in qualcosa di unico al mondo: un museo che racconta millenni di storia dell’Urbe all’interno di un condominio di pregio, facendoci rivivere il passato e l’eterno splendore di Roma.

Domus Aventino: dalle origini di Roma ai fasti dell’impero

Il viaggio inizia nell’VIII secolo a.C., epoca della fondazione di Roma, ma è il ritrovamento di un muro in blocchi di tufo, di un’epoca compresa tra il VI e il III secolo a.C., che ci immerge nel passato urbano della città. Tali resti sono probabilmente riconducibili a una torre di guardia interna alla fortificazione, facendo intendere un passato utilizzo di tipo difensivo dell’area.

Nel III secolo a.C. una massa di terra e detriti cambia per sempre la conformazione dell’area: attenuandone le asperità e ampliando la superficie piana, il sito è pronto per essere destinato a un uso residenziale. È l’alba della domus che dal II secolo a.C. vedremo evolversi per più di 500 anni. Di essa sono stati riconosciuti i settori abitativi per la notte e il giorno, i settori funzionali al deposito alimentare e i sistemi idraulici per lo smaltimento delle acque. Sei livelli pavimentali sovrapposti invece dimostrano i rifacimenti edilizi che si sono susseguiti fino al II secolo d.C.

La visita alla Scatola Archeologica

Sono diversi i frammenti di mosaici ritrovati e le cui decorazioni sono riconducibili al regno dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.). I primi cinque rivestimenti musivi apparsi agli scopritori sono invece risalenti all’età antonina (150-175 d.C.) e testimoniano senza dubbio alcuno la straordinaria ricchezza di questo sito. Pertinente a questa epoca è anche un tramezzo murario realizzato in terra battuta attraverso la tecnica "pisé", una pratica edilizia inusuale in quegli anni e che rende i resti della Domus Aventino una eccezionale rarità.

I tecnici della Soprintendenza Speciale di Roma che hanno seguito gli scavi, per tutelare i reperti archeologici, hanno ideato una Scatola Archeologica: un apposito spazio espositivo al di sotto del moderno complesso residenziale di piazza Albania sviluppato da BNP Paribas Real Estate. A raccontare e valorizzare questo angolo antico e prezioso di Roma, un allestimento multimediale con video mapping e proiezioni curato da Piero Angela e Paco Lanciano.

Quello all’interno della Scatola Archeologica della Domus Aventino è un vero e proprio viaggio alla scoperta della Roma più antica. Un progetto che supera gli schemi di una musealizzazione tradizionale e che oggi è finalmente stato riconsegnato alla comunità e alla fruizione pubblica.