Il remote working potrebbe aumentare del 27% in seguito al Covid-19: è una delle prospettive per il futuro del lavoro delineate in una recente indagine globale da McKinsey. Ma quale sarà il prezzo di questo cambiamento per i dipendenti? E, in prospettiva, quale sarà il ruolo e il destino degli uffici?
Dagli uffici allo smart working
Home working, remote working e smart working: sono queste le espressioni che hanno rivoluzionato il nostro modo di lavorare e che ci hanno mostrato un concetto diverso di tempo e di ufficio. Sebbene non siano sinonimi, questi anglicismi hanno alcune caratteristiche comuni: l’assenza di vincoli spaziali e temporali e un’organizzazione delle attività per obiettivi, con lo scopo di riuscire a conciliare i tempi di vita e di lavoro. Insomma, una vera e propria alternativa al modo tradizionale di lavorare. Paradossalmente quella che avrebbe potuto essere un’alternativa a un modus operandi ormai obsoleto, è stata stravolta dalla pandemia. Sempre più lavoratori, per adeguarsi alle misure restrittive, sono stati costretti a modificare le proprie abitudini lavorative passando dall’ufficio all’home working.
C’è bisogno quindi di nuove soluzioni, di un altro modo di intendere il lavoro. C’è la necessità di un ripensamento degli spazi, realizzando ambienti che stimolino la creatività e che rendano gli uffici luoghi in cui stare bene. In poche parole: c’è l’urgenza di porre il lavoratore al centro dell’attenzione.
Tecnologia, sostenibilità e persone: il futuro degli uffici
"Si parla di un aumento della produttività, ma sono venuti meno altri fattori, come il confronto con i colleghi e, di conseguenza, innovazione, creatività. Tutti temi essenziali per lo sviluppo aziendale".
A parlare è Fabio Mantegazza Head of Letting & Sales di BNP Paribas Real Estate.
"Lo smart working sarà una parte preponderante del futuro lavorativo, questo è certo, ma non bisogna sottovalutare la potenza dell’ufficio, che rimane ancora un ottimo investimento, come testimonia l’apertura del nuovo quartier generale di Facebook a New York".
Gli ambienti lavorativi saranno infatti da intendersi come luoghi capaci di offrire un servizio elevato, puntando soprattutto sulla tecnologia e sulla sostenibilità. Ma anche ambienti in cui ispirarsi, con sale comuni in cui le persone possono incontrarsi, stimolarsi e creare. Inoltre, gli uffici dovranno essere ripensati sulle esigenze dei lavoratori: non basterà offrire una scrivania, ma uno spazio in cui i lavoratori siano accolti come persone e non come dipendenti.
"Siamo di fronte alla necessità di imparare a gestire spazi nuovi o che non erano inizialmente stati immaginati come luoghi di lavoro", ha aggiunto Mantegazza. "Perché in futuro si potrà lavorare ovunque, in una contaminazione costante tra diversi ambienti che saranno veicolo di nuove idee e ispirazioni. In questa ottica, luoghi come gli uffici e i co-working, dotati di tecnologie hi-tech in grado di offrire un supporto differente rispetto alla propria abitazione, saranno ancora elementi importanti e su cui investire". Questo, non solo per le aziende ma anche per le persone stesse che vorranno e potranno condividere molto più di un lavoro: un’identità.